La salute e la tutela dell’ambiente
In questi giorni qualcuno inizia finalmente a sollevare il tema della sostenibilità ambientale in relazione alla scelta di produrre grandi quantitativi di mascherine usa e getta.
L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando ha imposto l’adozione di misure che limitano le libertà individuali e la libera iniziativa economica nell’affannoso tentativo di arrestare la diffusione del Covid-19. Era quindi prevedibile che le considerazioni sulle misure necessarie ad affrontare la crisi sanitaria ed economica avrebbero monopolizzato il dibattito pubblico sui mass media.
Tuttavia sarà inevitabile, prima o poi, fare i conti con l’impatto ambientale delle scelte che stiamo prendendo. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, infatti, il paese sarà sommerso da un quantitativo spropositato di mascherine monuso.

La mascherina protettiva è un bene di consumo che oggi possiamo considerare di prima necessità. Le mascherine proteggono le mucose del naso e della bocca, le prime vie respiratorie da cui i virus entrano nel nostro organismo, minimizzando l’esposizione diretta alle goccioline di saliva che proiettiamo parlando, starnutando e tossendo. Attraverso questa schermatura è possibile ridurre il rischio di contagio.
Se dobbiamo entrare nell’ordine di idee che la mascherina sarà un accessorio della nostra quotidianità, è opportuno chiedersi quanto sia sensato produrne miliardi di esemplari che finiranno all’inceneritore. Questo nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore (e più probabile), finiranno nei nostri mari, sulle nostre spiagge, nei nostri boschi, negli ecosistemi marini e terrestri già contaminati oltremodo.
Le mascherine usa e getta inquinano
L’allarme è stato lanciato da più fronti. Secondo i numeri apparsi in un recente articolo pubblicato sul Corriere della Sera solo in Italia il consumo di mascherine usa e getta supererà il miliardo di unità entro la fine dell’anno.
Che fine faranno queste mascherine dopo essere state utilizzate?
L’Istituto Superiore di Sanità in un prontuario su come trattare i rifiuti invita prudenzialmente a gettare tutto nell’indifferenziata. E a emergenza finita? I numeri ci dicono ancora una volta che non finiranno al riciclo.
Nell’articolo citato si fa cenno alla crisi ambientale che sta già attraversando l’Asia a causa dei milioni di mascherine finite nei mari e al danno all’ecosistema marino.
Questo è un problema che ci ritorna indietro con gli interessi. Infatti le microplastiche rilasciate dalle mascherine entrano nella catena alimentare attraverso gli organismi acquatici che le ingeriscono. In altre parole i rifiuti inorganici che finiscono in mare vengono ingeriti dall’uomo indirettamente attraverso il consumo di pesce.
La soluzione a questo problema è una: l’adozione di mascherine lavabili e riutilizzabili. Le nostre Mascherine Italiane Technomask™ nascono proprio per questo scopo.
1 Commento.
[…] e guanti in lattice ha prodotto effetti nefasti sul nostro ambiente. Abbiamo già documentato in un altro articolo il lavoro di Gary Strokes sull’isola di Soko. Il cofondatore di Ocean Asia rilevò un incremento […]